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I bambini al tempo del Coronavirus: adattamento o rassegnazione?
Passano i giorni, passano le settimane.
Ma non cambia.
Mi sveglio sempre con quella sensazione che tutto possa essere stato solo un incubo e invece no, è realtà. Una realtà diversa, che ha sconvolto le nostre vite. Ora il bene primario è la nostra salute. Stop. E lo hanno compreso anche le mie figlie.
E non so come interpretare il comportamento di Chiara e Giulia, di 3 e 7 anni:
non mi chiedono più quando potranno tornare a scuola
non mi chiedono più quando potranno riabbracciare i nonni
non mi chiedono più quando potranno invitare le amichette
non mi chiedono più quando potranno viaggiare.
Tutte domande che facevano i primi giorni.
Le vedo serene, anzi direi felici, allegre e positive, molto attive (anche troppo), perché le loro giornate sono scandite da risveglio un’ora più tardi rispetto all’ora consueta, colazione e poi compiti e didattica a distanza per Giulia e attività per Chiara, poi gioco, pranzo, di nuovo gioco, poi compiti, infine inglese, lavoretti e attività creative, percorsi e attività fisica in casa, televisione, per finire cena e a letto, mezz’ora dopo rispetto al solito orario (20.30 circa).
Quindi mi chiedo: è una veloce capacità di adattamento dei bambini o rassegnazione?
Molte mamme mi scrivono che i loro figli sembrano spenti, privi di entusiasmo.
Invece non è così, potrebbe sembrare ai nostri occhi di adulti, pronti a mettere etichette e a tirare le somme troppo in fretta, sempre preoccupati.
Invece i bambini, come spesso accade, sono fonte di grandi insegnamenti per noi genitori: hanno compreso il momento critico e hanno sfoderato la loro arma migliore in tempo di crisi. Non sono spenti, hanno solo cambiato luce. La resilienza è una dote preziosa e i bambini si adattano in fretta, come altrettanto velocemente sapranno correre, giocare con gli amici, tornare a scuola, nuotare, ridere e brillare al sole, quando sarà possibile farlo.
Resilienza, si chiama resilienza.
Siamo sereni, siamo positivi, non molliamo.
Forza, andrà tutto bene.
P.s.
E i vostri figli come si comportano?
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