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Una ferita che non si rimarginerà mai per chi ha perso qualcuno o qualcosa

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Una ferita che non si rimarginerà mai per chi ha perso qualcuno o qualcosa

Una ferita che non si rimarginerà mai per chi ha perso qualcuno o qualcosa

Una ferita che non si rimarginerà mai per chi ha perso qualcuno o qualcosa: Ricordo come fosse ieri. Ero in ospedale con le contrazioni in attesa che nascesse Giulia. Era il 29 maggio del 2012.

Panico, paura e tanti messaggi perché a Modena e dintorni vivono anche nostri carissimi amici. Dolore e sofferenza per i danni e per le vittime di quel terremoto terribili. E poi, a distanza di un anno, ricordo come fosse ieri, un caldo pomeriggio di giugno: eravamo a casa di questi amici nei dintorni di Modena e all’improvviso sentiamo un boato, un’esplosione, afferro Giulia, che aveva appena un anno, a pochi passi da me, la tengo stretta, e poi mi sento oscillare, mi mantengo al divano, vedo la casa dei miei amici che ondeggia, perché antisismica, mi spiegheranno poco dopo. Sento le urla, vedo la paura negli occhi dei miei amici di chi ha già vissuto quei momenti e ha sfiorato la tragedia, ben diversa dalla paura inconscia, “neonata” e inconsapevole della mia famiglia. Attimi, frazioni di secondo, in cui non riesci a essere lucido, in cui tutte le nozioni e le indicazioni che conosci svaniscono, oppresse dalla paura.

Nessun danno. Nessun ferito. Era una scossa lieve, “solo” 4.2. Ma io ho avuto paura, anche solo per un secondo, ma ho avuto paura.

Impossibile oggi parlare di moda o di altro, ma il mio pensiero va a chi ha perso la vita, a chi ha perso persone care e in particolare a quel piccolo angelo di 9 mesi e alla bambina di 2 anni, deceduta poi in ospedale. Guardo Chiara e non riesco a trattenere le lacrime, perché penso che quelle piccola creature sono morte, magari a pochi passi dalle loro mamme, mentre dormivano, nel cuore della notte, quando sei indifeso, proprio tra le braccia, nel luogo che doveva essere il più sicuro al mondo, la loro casa.

Dopo una tragedia del genere, le vittime sono tutte: chi ha perso la vita, chi ha perso i propri cari, chi ha perso la casa ma anche chi per anni non riuscirà più a dormire sereno. Sono tutte vittime.

Senza farne troppa pubblicità, è necessario che ognuno di noi si attivi, come può, perchè ogni aiuto è prezioso.

Al cospetto di queste tragedie, tutto il resto perde valore e ne assume contemporaneamente di più: non è retorica ma abbracciamo i nostri figli, baciamoli, teniamoli in braccio e diciamo a chi è accanto a noi “Ti voglio bene”. Sarà anche qualcosa di banale ma io non amo la spettacolarizzazione del dolore o il sensazionalismo a tutti i costi. Penso a chi sta soffrendo, a chi ha avuto paura e a chi ha perso….

In questi momenti, penso alle mie bambine, guardo i loro sorrisi e penso a vivere il presente, il mio oggi.

Una ferita che non si rimarginerà mai per chi ha perso qualcuno o qualcosa

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