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I “terribili due”: quanto durano e come gestire il bambino

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Avevo rimosso questo periodo “impegnativo”.

E, rieccoci, dopo 4 anni, ad affrontarlo con Chiara, in maniera ancora più forte, considerando il carattere deciso di Chiara.

C’è una domanda che noi genitori ci poniamo quando siamo in questo periodo:

Quanto durano i “terribili due”?

 

E poi anche

Come si affrontano i “terribili due”?

Ma cosa accade ai nostri figli, di solito tranquilli e sereni in questi giorni?

I bambini sviluppano il senso di se stessi e iniziano a esplorare la propria autonomia; diventano più decisi e non seguono le nostre regole; cominciano a dire spesso “No!”, “Mio!”, “Faccio io!”.

Come gestirli? E come mettere la parola “fine”?

In questa fase così delicata, noi genitori veniamo messi a dura prova e ci chiediamo che cosa possiamo fare per gestire al meglio la situazione a aiutare nostro figlio ad attraversare serenamente questi momenti.

In realtà, noi li chiamiamo “capricci” ma non lo sono.

 

Sono momenti difficili perché in quel momento abbiamo il timore di non riuscire a superarlo e siamo angosciati, con paura del giudizio degli altri (capriccio a casa di amici o al supermercato, per esempio) e quindi perdiamo le staffe ed ecco scaturire la rabbia, frutto dell’impotenza ma allo stesso tempo della sfida.

Perchè dietro a un banale “capriccio” del bambino c’è l’espressione di un bisogno.

Tu sai quanto durano I “terribili due”?

 

E cosa possiamo fare noi genitori per gestirlo al meglio?

Essere delle buone guide emotive per i figli è importante perché quando loro si trovano in balia di emozioni negative che non riescono a gestire in modo efficace, noi dobbiamo guidarli.

 

Ecco alcune indicazioni, frutto della mia esperienza di mamma:

  1. Le regole devono essere poche, chiare ma imprescindibili: non va bene dire sempre NO ma nemmeno sempre SI; la via di mezzo in questo caso è la scelta migliore, ma attenzione a non cambiare idea ed essere sempre decisi.
  2. Proponiamo due alternative tra cui scegliere: perché non dargli la possibilità di scegliere, per esempio, tra due vestitini, tra due giochi, tra due attività? Non è bene sempre sostituirsi per fretta o comodità ma diamo loro la possibilità di scegliere ed esercitare la loro autonomia.
  3. Non giudicare il bambino (sei monello) ma giudica il comportamento (ti stai comportando in maniera sbagliata”): incoraggia i comportamenti positivi, non intaccando l’autostima del bambino e insegna a chiedere scusa.
  4. Tuo figlio non ce l’ha con te: non prenderla sul personale, perchè i suoi comportamenti non sono un affronto nei tuoi confronti. Mantieni la calma, altrimenti la situazione peggiorerà e non ridere. Quel comportamento non significa che tu sei un cattivo genitore, non vergognarti.
  5. Parla con tuo figlio delle sue emozioni, del suo pianto isterico che è il suo modo per esprimersi, per comunicare la sua frustrazione al cospetto di una difficoltà o di un fallimento. Quando la rabbia è al suo culmine, infatti, non ha senso parlargli, tanto non ti ascolterà, magari abbracciatelo, dopo invece potrete parlargli con un tono rilassato, ribadendogli il vostro amore.

 

E allora quanto durano I “terribili due”?

Non c’è una regola sulla durata dei “terribile due” ma nel giro di qualche settimana dovrebbe andare meglio e sicuramente noi genitori impareremo a gestire queste situazioni con tranquillità e sicurezza (non cedere mai!) e il bambino acquisirà autonomia.

Ci proviamo?

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